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ROMEO E GIULIETTA
OPERA IBRIDA

Produzione Cabiria Teatro. Progetto STAGELIFE-PALCOSCENICO DELLA VITA

VINCITORE DEL BANDO EMBLEMATICO MINORE 2022 FONDAZIONE CARIPLO

DRAMMATURGIA MAURIZIO PATELLA

CON FEDERICO ANTONELLO, MARIANO ARENELLA, ERICA CAMIOLO, ELENA FERRARI, CLAUDIO PELLERITO, ALBERTO PIRAZZINI, MATTEO SANGALLI e con in video/audio MAURIZIO PATELLA, SILVIA SONCINI

NETWORK DESIGN E PROGETTAZIONE REGIA STREAMING LEONARDO MOISO

SVILUPPO APPLICATIVO, AIUTO REGIA MATILDE UGOLINI

PHYGITAL EXPERIENCE DESIGN ASSOCIAZIONE GOMBOC

ISPIRATO A WILLIAM SHAKESPEARE

SOGGETTO SUPPORTO ALLA DRAMMATURGIA E REGIA MARIANO ARENELLA

PRODUZIONE CABIRIA TEATRO

PROGETTO SOSTENUTO DA FONDAZIONE CARIPLO, VINCITORE DEL BANDO EMBLEMATICO PROVINCIALE

CON IL SOSTEGNO DI NU ARTS AND COMMUNITY

 

Vietato ai minori di 14 anni

E' NECESSARIO PORTARE IL PROPRIO SMARTPHONE E AURICOLARI PERSONALI

PRESENTAZIONE

In "Romeo e Giulietta" di Shakespeare  due bande rivali di adolescenti lottano e si uccidono con delle armi vere e, alla fine della storia, i protagonisti si suicidano. Nella nostra versione i personaggi non usano spade o pistole, ma semplicemente hanno in mano un telefonino che usano impropriamente come un’arma.

Ma cosa porta gli adolescenti alla morte?

Shakespeare ci dice: il vivere in un clima di violenza, l’impossibilità di fare scelte proprie, il percepire gli adulti come lontani, distanti, ma soprattutto il voler fuggire da una situazione ritenuta insopportabile, dove l'idea stessa di farla finita viene cullata come un balsamo risolutore.

Ci siamo chiesti: oggi, in che mondo vivrebbero Romeo e Giulietta? Dove viviamo noi?

La riscrittura è partita da qui, calando la vicenda shakespiriana ai giorni nostri.

Provando a immergere i protagonisti nella cronaca nera dei giornali, nelle chat, nei selfie, in quel mondo di adolescenti fatto di zainetti, challenge e cyberbullismo.

Abbiamo mischiato i linguaggi.

Quello teatrale e quello degli smartphone, dove reale e virtuale sono sullo stesso piano. Dove ci si parla di persona quanto da uno schermo. Dove un emoticon fa la differenza e gli abbracci, quando ci sono, stupiscono perché “veri”. Perché questo è il mondo che abbiamo creato per gli adolescenti. Non il miglior mondo possibile, ma un meccanismo inesorabile in cui gli eventi – basta un niente, anche la condivisione di un video – possono finire per stritolarti.

LO SMARTPHONE

Lo smartphone ci ha cambiato la vita.

Lo tocchiamo e accarezziamo più di 2000 volte al giorno (non toccheremo mai nessuno così tanto...) ed è l'indiscusso protagonista della grande rivoluzione antropologica di fine millennio. Esiste un prima e un dopo. E uno smartphone nel mezzo.

Lo smartphone è anche il deus ex machina, di “Romeo e Giulietta Opera Ibrida”.

Perciò lo abbiamo introdotto nel rapporto col pubblico, in un modo del tutto innovativo. Come sappiamo, in teatro lo smartphone è il grande escluso, guai ad accenderlo, bisogna silenziarlo, nasconderlo. “In Romeo e Giulietta Opera Ibrida” lo spettatore non viene solo invitato, bensì “obbligato” a usare lo smartphone.

In alcuni momenti della pièce lo spettatore deve “armarsi” di cuffie e smartphone e SCEGLIERE CHI SPIARE, quale ramo della storia seguire, cosa escludere; lo spettatore accetta l'ansia, la frustrazione di non poter sapere tutto ma può switchare da una scena all'altra; non è solo fruitore passivo, ma COMPLICE ATTIVO in una vicenda che esplode, per l'appunto, attorno a un video condiviso a migliaia di haters sconosciuti.

Al tempo stesso – com'è intuibile - l'uso dello smartphone allarga lo spazio scenico, lo deforma, lo arricchisce. Il “Palco” non è solo di fronte alla platea, ma è l'interno di una macchina poco distante, sono i camerini, i corridoi, gli edifici e le strade attorno al teatro. Lo spettatore sfonda le quintature e guarda dove prima non era possibile guardare, ha quella stessa sensazione di controllo che proviamo ogni giorno accarezzando il nostro smartphone. Siamo ovunque, in contatto con tutti. È vero, è falso?

SINOSSI

Giulietta conosce Romeo a una festa organizzata da suo padre, l'Ingegner Capuleti, in occasione del lancio della piattaforma virtuale "Heaven". I due giovani si conoscono e si “riconoscono” nelle loro paure e nelle loro fobie. Romeo quelle legate al sesso. Giulia al cibo e all’autolesionismo. L'amore nasce così.

E poi con una condivisione: Giulietta invia a Romeo un video dove mostra i tagli che si infligge. Un video innocente: lei, quasi nuda, imbarazzata e purissima, sorride in camera, felice di aver trovato qualcuno a cui mostrare la parte più intima di sé.

Romeo torna dai suoi amici Mercuzio e Benvolio – sempre più immersi nella spirale autodistruttiva delle challenge estreme – e mostra loro il video di Giulia. I due gli strappano il telefono e lo condividono sui social.

“Perché l’hai fatto, Mercuzio?” urla Romeo.

“Non lo so, per provare.”

Poche ore e il video diventa virale, si scatena l'odio degli haters, centinaia di migliaia di visualizzazioni. Giulietta disperata si trincera in camera sua. Suo padre Capuleti, convinto che quella condivisione sia un tentativo del padre di Romeo – il Montecchi - di rovinargli definitivamente la reputazione, convince istituzioni e forze dell'ordine - persino Lorenzo, lo psicologo dei servizi sociali che ha in cura Romeo - che questi sia un deviato, un soggetto pericoloso che ha plagiato sua figlia e che meriti un castigo esemplare.

Ormai il meccanismo è scattato e non lascerà scampo a nessuno: Mercuzio, travolto dai sensi di colpa, si uccide in una challenge; Benvolio, dal ciglio di un tetto, non sa se gettarsi o no; Giulietta deve essere spedita all’estero, mentre Romeo, accusato anche d'aver istigato Mercuzio al suicidio, deve essere processato e di certo condannato. E intanto in città si scopre che un'intera generazione di adolescenti è da tempo coinvolta in una chat degli orrori. È la fine.

Per i “nati sotto una cattiva stella” non c'è fuga che possa salvarli, posto dove nascondersi. Non rimane che una scelta. Reclusi nella propria cameretta. Alla gelida luce di uno smartphone. Uccidersi. Da soli.

Progetto realizzato con il sostegno di:

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