Cabiria
Teatro

Il 10 giugno 1924 viene rapito a Roma il deputato socialista Giacomo Matteotti. Negli stessi giorni giunge inaspettata la visita di un importantissimo capo tribù pellerossa: Cervo Bianco della Nazione Irochese, venuto in Europa per portare le rivendicazioni del suo popolo presso la Società delle Nazioni. Ma chi è davvero Cervo Bianco? Di lui non si sa quasi niente. Solo che è un personaggio carismatico, bizzarro, pirotecnico, e con uno splendido copricapo di piume. Nella sua trionfale tournée lungo lo stivale viene acclamato dalle folle, adorato dalle donne, accolto come il Salvatore della Patria. A quanto pare, vuole stabilire una sacra alleanza tra il suo popolo e quello italiano. Vuole vestire i suoi pellerossa in camicia nera. 

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NOTE DI REGIA

“Io il mio discorso l'ho fatto, ora voi fate il discorso funebre per me, disse Matteotti dopo il suo ultimo intervento in Aula. Pochi giorni dopo fu ucciso dai fascisti. Un omicidio che sarà il crocevia che condurrà l'Italia al Regime fascista e al ventennio. Un tragico epilogo raccontato nello spettacolo, e che si intreccia in coincidenze quasi surreali – e molto italiane - con la vicenda di Cervo Bianco, il capo indiano fascista. Uno spettacolo che è un affresco irriverente di un’Italia immersa in un nazionalismo da operetta, contradditoria e crudele. Un’Italia vittima di se stessa che da quel momento non sarà più come prima.